Brano: Porta San Paolo
derazione » degli Alleati. Roma fu il luogo dove si espresse una prima forma di riscatto da parte di un popolo deciso a prendere in mano il proprio destino e fu il primo « laboratorio » della Resistenza. Fu anche il luogo in cui, nella carenza delle autorità statuali, la Resistenza si fece governo, attraverso il Comitato centrale di liberazione nazionale (modello ispiratore degli analoghi comitati locali) e dove i partiti antifascisti sperimentarono i loro ancora sparuti drappelli, che diventeranno poi !’« esercito » della Resistenza.
La preparazione
Nei 45 giorni del governo Badogli[...]
[...]ro intento di essere protetti nella fuga (v. Pescara, Fuga c/i). Essi lasciarono i loro diretti collaboratori senza ordini, dimenticando di confermare persino le vaghissime indicazioni di lotta antitedesca prefigurate nell’ambigua circolare O.P. 44 del 2 settembre, unico frutto della inerte e colpevole strategia degli Alti Comandi.
Alla periferia di Roma i soldati combatterono per due giorni, fino alla mattina del 10 settembre. Poi, intorno a Porta San Paolo, dopo una disperata quanto vana resistenza tentata dalla Divisione Granatieri intorno al ponte della Magliana, nonché nel popolare quartiere della Montagnola e al Forte Ostiense, fra un susseguirsi di ordini e contrordini, i soldati si opposero ancora ai tedeschi.
A Porta San Paolo si attestarono i superstiti della Divisione Granatieri che combattè ininterrottamente dalla notte del 9, sostenuta dai Lancieri del Genova Cavalleria, da reparti della Divisione « Sassari », da militi della P.A.I. (Polizia Africa Italiana) e da truppe dei depositi, tutti giunti peraltro tardivamente.
Intorno alle antiche mura, al riparo di vetture tranviarie rovesciate, dietro barricate erette con pietre divelte dal selciato, accanto ai soldati si trovarono lavoratori e militanti antifascisti di varia estrazione.
Militari e civili si apprestano a resistere ai tedeschi a Porta San Paolo.[...]
[...]enova Cavalleria, da reparti della Divisione « Sassari », da militi della P.A.I. (Polizia Africa Italiana) e da truppe dei depositi, tutti giunti peraltro tardivamente.
Intorno alle antiche mura, al riparo di vetture tranviarie rovesciate, dietro barricate erette con pietre divelte dal selciato, accanto ai soldati si trovarono lavoratori e militanti antifascisti di varia estrazione.
Militari e civili si apprestano a resistere ai tedeschi a Porta San Paolo. A destra, in borghese: Raffaele Persichetti (10.9.1943)
Al comando d’un plotone si trovò il professore Raffaele Persichetti (v.) che fece proprie le armi di un caduto. Tra i dirigenti del movimento antifascista, furono a Porta San Pao
lo i comunisti Longo, Antonello Trombadori, Fabrizio Onofri; gli azionisti Lussu, Cencio Baldazzi, La Malfa; i socialisti Sandro Pertini, Eugenio Colomi, Zagari, Achille Corona, i cattolici comunisti Romualdo Chiesa e Ossicini; il dirigente sindacalista Bruno Buozzi e tanti altri. Ma, accanto a questi, furono la parte migliore della classe operaia, popola[...]